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L’errata idea di partire da zero online (ma non solo)

https://houstonmissioneweb.com/e-commerce-con-magazzino-in-casa-come-sopravvivere/

Quante volte l’ho sentito, e quante volte l’ho pensato: “Lascio tutto e riparto da zero”. La verità è che non solo è quasi impossibile ri-partire, ma anche partire è praticamente impossibile per la maggior parte di noi. E’ rischioso e costoso, per non parlare delle tasse, delle spese, della pressione fiscale e del rischio di impresa. “Online” non significa fare a meno di tutte queste cose.

Inoltre il mondo del lavoro online (e anche non online comunque) è così inflazionato da una sovrabbondanza di concorrenza a tutti i livelli che costruire un piccolo impero partendo da zero è alquanto impossibile.

Non tutti possiamo partire “piano piano“, assistiti dal giusto “team di professionisti” che ci supporta, contare su persone davvero di fiducia, avere un aiuto nel gestire le spese di casa, non sbagliare mai.

Partire da zero. Questo termine abusato da coloro che fanno parte di una generazione ormai passata che si muoveva su schemi più meritocratici di quelli di oggi e rispolverata dai vari guru, dai business influencer, dai motivatori che ci dicono “Trova la tua passione e fai i soldi con quella”. Certo. L’ha scritta Disney questa storia?

Vendere online: Partire da zero è un privilegio… i privilegi costano.

A voi che potete partire da zero, sappiate che è un lusso. Partire da zero è un privilegio. Perchè significa che dietro le spalle non avete fatto errori che vi hanno compromesso, che non avete alcun debito, che non avete alcuna esposizione o impegno finanziario tale da dover iniziare con magari già un mutuo aperto di 5/600 euro al mese (se non di più). Che sia per aver comprato casa, o che sia per ripagare i debiti dell’azienda che avevamo in precedenza, che sia per aiutare la famiglia o che sia l’affitto di casa: sono spese fisse che appesantiscono il nostro progetto perchè in verità non generano altro denaro, sono soldi che escono e basta.

Io considero davvero “Partire da zero” quando il budget di cui si dispone è proporzionale a coprire tutta la spesa necessaria ad aprire il progetto, sostenerlo, avviarlo e mantenerlo, ed assorbire l’eventuale perdita.

A casa mia si dice “quando si hanno le spalle coperte” vorrei usare un altro termine che rende meglio l’idea… ma insomma, non è fine!.

Se per partire da zero dovete fare un finanziamento non state davvero partendo da zero ma da “meno tot euro + interessi”. La differenza c’è e si sente.

In questo caso avete fatto un investimento e questo investimento per essere sostenuto richiederà ore di lavoro e anche il tempo è denaro diceva qualcuno, pertanto ecco che partite da “meno tot euro liquidi + interessi passivi + ore di lavoro”. In questo caso si sta rischiando. E questa è la realtà di molti imprenditori, le formule magiche lasciamole ai motivatori che vendono corsi corredati di illusioni un tanto al kilo.

Cosa serve allora per partire?

Vorrei dirti “Tanta passione”, ci farei una bella figura, tuttavia non credo sarei onesta. La passione è fondamentale per darti lo slancio, la motivazione, per farti da spalla e darti il coraggio di alzarti la mattina per lavorare. La passione è il fuoco vivo dentro di te che dovrai alimentare nel tempo, ma non basterà a farti avere un lavoro che ti permetterà di mantenerti.

La verità è che per partire serve prima di tutto UN PROGETTO. Un progetto fatto bene, fatto non solo con il cuore ma anche con i giusti requisiti tecnici e le giuste proiezioni didattiche ed economiche.

Un progetto ben fatto tiene in considerazione molti punti e risponde a molte domande, alcune:

  • Che tipo di lavoro voglio avviare?
  • A quali esigenze del cliente risponde?
  • Chi sono i miei potenziali clienti?
  • Chi sono i miei concorrenti e quanto sono avviate le loro attività?
  • Che tipo di competenze mi servono per realizzarlo?
  • Che tipo di requisiti (locali, permessi, magazzini, piattaforme macchinari…) devo avere per realizzarlo e farlo funzionare?
  • Che tipo di budget mi serve per realizzarlo?
  • Che tipo di budget mi serve per pubblicizzarlo?
  • Quanto tempo mi sarebbe necessario per rientrare dell’investimento?
  • A quali risorse posso attingere per sostenere l’investimento?

Chi ci può aiutare nel business plan

Anche studiando, anche preparandoci al meglio, nessuno può maturare in un lasso di tempo utile tutte le competenze necessarie a fare da solo il business plan di un lavoro che non conosce come le sue tasche. Perchè? Perchè manca un elemento fondamentale : l’esperienza sul campo. Ovvero tutto quel tessuto di informazioni che ci fa prendere in considerazione non solo i dati, ma anche le possibili variabili che stanno nelle pieghe della nostra strategia e non solo della nostra, ma anche in quella dei nostri concorrenti.

Le figure che secondo me sono fondamentali per progetti grandi e piccoli sono:

  • Un ottimo commercialista specializzato nel settore che vogliamo approcciare. Se è l’e-commerce che vogliamo mettere in piedi è in e-commerce che deve essere specializzato, tra la rosa dei suoi clienti ci devo già essere altri e-commerce, se siete i primi… lasciate perdere.
  • Un ottimo avvocato tutto per te. Ovunque ci sia una società fatta con altre persone (digitale o no) un avvocato di fiducia è il tuo nuovo migliore amico insieme al commercialista.

Se il tuo socio (o i tuoi soci) propongono un avvocato di loro fiducia per stendere gli atti societari prendi un consulto ad un altro avvocato che controlli molto bene tutte le scartoffie per tuo conto.

Se io avessi fatto controllare bene le carte da un altro legale e da un altro commercialista ora la mia vita sarebbe tutta diversa e forse starei scrivendo dai Caraibi. Basta un solo cavillo per trasformare un affare in un Titanic in cui tu… sei Jack. Il rischio non vale il prezzo di un consulto ben fatto.

  • Un consulente del lavoro. Con la partita iva tu sei il dipendente di te stesso e i tuoi contributi valgono (almeno) tanto quanto quelli di un dipendente qualsiasi. Se io avessi preso un consulente del lavoro per controllare le mie carte avrei risparmiato 29.400 euro di multa e tanta tanta fatica per sostenere le rate necessarie a pagarla. Un consulto sono i 150 euro meglio spesi.
  • Una banca onesta con cui lavorare. Un ossimoro, vero? Come fare a trovarla? Cercare, provare, confrontare e leggere le scartoffie. Se si tratta di finanziamenti una mia piccole esperienza la racconto qui: .

Burocratico e Potenziale: due aspetti del progetto

Per stendere un progetto ci sono due aspetti importanti da curare:

  • Lato Burocratico: come visto sopra, non possiamo esimerci dall’onorare tutte le scartoffie, le necessità fiscali, le burocrazie, i permessi, le assicurazioni, gli aspetti legali. Questo deve andare avanti su una linea procedurale definita, scevra da enfasi, tracotante entusiasmo, scellerata frenesia. Perchè se si salta qualcosa nella valutazione di queste fasi viene giù tutto il castello e rimediare potrebbe essere molto difficile.
  • Lato Potenziale: la fattibilità di un progetto va testata sul medio-lungo termine, ma deve permetterci di portarci a casa da mangiare e pagare le bollette anche nel breve periodo, altrimenti dopo 3 anni magari ci siamo ripagati l’investimento ma nel frattempo siamo finiti a vivere sotto un ponte. Quindi servono figure che si occupano di testare l’idea, il progetto e il suo potenziale lancio e sviluppo.

Se il progetto è grande e speri che vada in crescendo anno dopo anno ben vengano quindi:

  • Esperti di marketing: persone che possono fare studi di settore, indagini di mercato, studi sulla concorrenza, proiezioni, per mettere alla prova il progetto e dirci se c’è una fetta di torta anche per voi in questo settore.
  • Esperti di Brand Identity, Copywriter e Advertising: talvolta sono gli stessi che si occupano di marketing aziendale ma non sempre, sono persone che inventano il vostro brand, il vostro logo, il vostro modo di proporvi sul web, le vostre pubblicità. Sono coloro che possono mettere il turbo al vostro lavoro e farlo ingranare, dargli una vera identità.
  • Tecnici/Programmatori/Web Designer: se è online servono persone che si occuperanno di piattaforme di vendita, l’e-commerce vero e proprio se parliamo di shop online, o piattaforme di blogging, sistemi gestionali e quant’altro di tecnico serva. Senza il loro lavoro, a meno che non abbiate competenze tecniche già come requisito o vogliate sicuramente acquisirle, non verrà fuori nulla di buono. Gli e-commerce homemade non funzionano o se funzionano ci mettono talmente tanto a ingranare (ammesso che ingranino mai) che vi pentirete di non esservi affidati a un professionista. Questa è la realtà.

MA: Se questo era vero fino agli anni in cui i social non la facevano da padrone, ad oggi bisogna anche considerare che per alcuni progetti più piccoli, incentrati su una sola figura (magari solo tu), con una buona comunicazione, una buona rete di conoscenze, o come costola di un negozio o di un profilo social, o anche per chi vende corsi o contenuti, ecco in questi casi e anche alcuni altri, possono funzionare molto bene se si fanno le cose anche da soli ma in modo professionale. Bisogna acquisire quelle competenze.

  • Seo Specialist: E’ una competenza che possono avere anche alcune delle figure professionali che ho citato sopra. Se tu esisti ma quando un utente cerca su Google una informazione non gli appari tra i risultati… allora non esisti. E i Seo fanno questo, rendono “trovabile” il tuo sito. Lo vuoi fare tu da solo/a? Preparati a studiare tanto tanto tanto e valuta se tutto quel tempo che impiegherai non sarebbe stato molto meglio investito per avere risultati più velocemente facendolo fare a un esperto. Se non hai una vera necessità che il tuo pubblico arrivi da ricerche su Google ma hai in programma di utilizzare i social come canale unico di acquisizione del cliente allora il discorso potrebbe flettersi e potresti invece consultare un Social Media Manager o fare dei corsi per imparare a gestire tu i social in modo efficace.

Quindi è impossibile iniziare piano piano

Non è impossibile iniziare piano piano. Tuttavia è necessario fare tutto quello che serve, anche piano piano.

Se l’obiettivo è “tagliare i pezzi”, fare a meno di figure necessarie solo perché non c’è il budget per partire bene subito, allora il mio consiglio è di aspettare di aver raccolto il budget sufficiente oppure di aver maturato le competenze necessarie per prendere interventi più piccoli che compensano solo le tue lacune. Impara l’imparabile e se resta fuori qualcosa delega.

Ad esempio: posso commissionare le schede prodotto a qualcuno che le scriva per me e dargli tot euro a scheda prodotto. Oppure, se conosco bene il mio prodotto, posso scriverle da sola un po’ alla volta e chiedere a un seo copywriter solo di correggerle o di farmi una lezione per capire come vanno fatte con criterio. Economicamente costa meno. Certo, mi porta via più tempo ma se il problema sono i soldi e non il tempo la soluzione c’è. Se avessi un ottimo budget e molta fretta invece farei esattamente l’opposto e le commissionerei tutte fin da subito.

Se conosciamo il problema abbiamo già metà della soluzione.

Ma per conoscere il problema dobbiamo approfondire e mettere sotto la lente il nostro progetto. Essere impietosi ove è necessario, e creativi dove possiamo sorvolare senza fare troppo danno per cercare una soluzione agile che ci smuova dal pantano.

Una ottima soluzione potrebbe essere anche quella si sfruttare i social e/o le piattaforme di vendita online tipo Ebay/Etsy, per testare la vendita (occasionale) di quel prodotto o di quel servizio sul quale vorremmo puntare.

Io l’ho fatto su Ebay all’inizio e mi ha dato ottimi risultati, non ho mai fatto vendita sui social poiché sono davvero negata per Facebook/Instagram/TikTok ma ho amiche che hanno aperto partita iva e il loro lavoro è al 100% gestito tramite i social senza alcuna piattaforma. Così come ho clienti che hanno fatto da soli il loro e-commerce per convertire le vendite degli utenti che li seguono sui social. Ci mantengono la famiglia intera e non sono progetti per nulla scadenti. Graficamente alcuni sono un pochino grossolani magari. Ma sono ottimi venditori e questo .

Può essere un esperimento, di certo meno rischioso che provare a mettere in piedi un ecommerce o un sito “tanto per”. Può togliervi alcuni dubbi sul gradimento del vostro prodotto o servizio.

Vendere online: quando non abbiamo risorse per partire

Quando non abbiamo risorse possiamo sognare in grande ma … progettare in piccolo. Sì, perchè se per essere fatto bene il nostro progetto richiede un budget sostanzioso, fingere che non è così e possiamo adattarlo a un piccolo budget non sarà di aiuto.

Si rischiano scelte sbagliate, si rischia di potare radici anzichè rami. Quello che possiamo fare è prendere consapevolezza di quello che ci serve davvero, dedicare a quello le risorse che abbiamo se sono esigue e ridimensionare fasi che sono meno fondamentali.

Ad esempio:

Penso a un e-commerce specializzato nella vendita di tisane dal mondo. Mi sarebbe necessaria una piattaforma ben strutturata per un catalogo di 300 prodotti. Attualmente però il budget è limitato e quindi ho due scelte:

  1. realizzare una piattaforma da solo per risparmiare e inserire a catalogo 300 prodotti che ho acquistato esaurendo il budget.
  2. commissionare una piattaforma adeguata ad un esperto, proporre una selezione di 100 prodotti migliori del mio catalogo e spendere la restante cifra per promuoverli online e iniziare a venderli (magari scoprendo anche che di quei 100 sono solo 50 quelli più venduti ed ecco i miei Top Sell su cui investire).

Vendere online: Eh, ma fare le cose bene costa...!

Spesso leggo nei gruppi dedicati all’E-Commerce post con richieste di informazioni su progetti già commissionati (nel migliore dei casi) e talvolta anche maldestramente lanciati. Come se potessimo occuparci di fare rifornimento all’aereo solo dopo essere decollati ed essere già sopra l’oceano.

Alcune fasi vanno valutate prima. Se non ci sono le risposte a tutte le domande che ho scritto a inizio articolo iniziare a lavorare è un rischio, in alcuni casi una follia. Ma questo vale anche non online, anzi, a maggior ragione.

Andare a fare il corso per diventare “Imprenditore di te stesso” (titolo a caso ma evocativo tanto la minestra è sempre “Qualcosa + te stesso”), e qualsivoglia altro simile obiettivo, è inutile se non si hanno le idee chiare e non si sono valutati i costi.

Perchè la verità è sempre molto a portata di Guru e mai a portata di utente… secondo i Guru.

Sono corsi apparentemente gratuiti, fatti in nazioni che hanno una agevolazione fiscale per chi tiene il corso, promettono molto, ma in verità poi, dopo una serie di informazioni inflazionate (che potevamo trovare benissimo anche online) propongono sempre il fatidico pacchetto che costa qualche migliaio di euro e no, non vi farà diventare ricchi ma in compenso arricchirà non poco chi ha tenuto lo pseudo corso.

Perchè? Perchè questo è l’unico business che c’è in quella sala: il loro. Vendere il corso a tante persone che hanno bisogno di trovare una soluzione immediata, facile, apparentemente gratuita. E potrete farlo anche voi, dicono. Non sapete fare nulla? Bè chissenefrega, è sufficiente che gli altri “credano” che sapete fare qualcosa. Illusioni a mazzi da sei come i caschi di banane.

Ci sono corsi e corsi: esistono corsi davvero validi fatti da persone competenti e preparate, che possono prepararci a quello che c’è “là fuori”. Non si vendono come Guru, non sono autocelebrativi con paroloni d’effetto e approcci “Yes Man”. Tanto per cominciare.

Avere in mano un planning pieno di realtà a volte può essere apparentemente sconfortante. Ci si rende conto che online non è tutto facile come fanno credere, ma secondo me è anche profondamente confortante perchè al di là della retorica, delle chiacchiere motivazionali, sapere di cosa si ha bisogno per iniziare a lavorare è molto meglio che saltare nel vuoto.

Dubitare per tutelarci: facciamoci i conti in tasca."

Esatto. Fare le cose bene costa. Costa denaro, tempo, impegno, predisposizione, rischio. Costa un sacco di cose.

Prendiamo una piattaforma ecommerce. Quanto costa? Dipende.

-Centinaia di euro? No.
-Migliaia di euro? mmmhh… no.
-Qualche decina di migliaia di euro? Sì.

Con tutto ciò che è stato detto prima. Con tutto quello a cui ho anche solo accennato, non vedo come sia anche solo possibile ipotizzare che sia possibile iniziare senza spendere nulla. Tuttavia bisogna coerentemente fare una precisazione: la piattaforma è ciò che costa di più, ci sono piattaforme molto molto care (io ho scelto Magento ad esempio) ma per cataloghi piccoli, monoprodotto + upsell o piccole selezioni artigianali ci sono soluzioni molto più economiche (come Shopify ad esempio o WordPress se avete tempo per imparare o professionisti da assumere).

Non buttiamo i sogni dalla rupe:

La passione va protetta, perchè quando il progetto che si è lanciato senza tante premure rischierà di fallire la cosa più facile sarà dare la colpa proprio a quella passione.

I dubbi inizieranno a subbugliare come i fagioli in pentola e sarà facile dire: non avrei dovuto farlo, non sono abbastanza brava, la partita iva è l’unico problema che ha ucciso la mia creatività, sono i concorrenti che sono molto più bravi quindi il mio lavoro non vale niente, se non avessi avuto le tasse da pagare ce l’avrei fatta, se non avessi avuto l’affitto ce l’avrei fatta…

Alimentare i sogni e portare a casa il pane quotidiano spesso sono difficili da conciliare.

Una cosa non esclude l’altra, ma a volte saper fare e saper vendere sono due cose molto, molto diverse. Vale la pena impegnarsi per i propri sogni, proteggerli, e creare le condizioni migliori per farli funzionare così da non doverli poi buttare dalla rupe alla maniera spartana.

Creare le condizioni è come coltivare un campo.

Servono tutti gli ingredienti: le condizioni del terreno, del clima, il lavoro, l’operosità, allontanare i corvi, piantare ciò che è giusto per quelle condizioni, concimare, avere le attrezzature giuste, stare attenti alle variazioni, prepararsi ai periodi di siccità, prepararsi alle gelate… i contadini amano i campi ma sanno quanta fatica si faccia per coltivarli, non dicono di certo “basta un pezzo di terra e anche se non sai fare un c***o puoi lavorare”.

Un lavoro in proprio, anche online, per quanto ci sia la passione, non merita meno attenzione, premura e fatica.

Credits: Foto in testa all’articolo by Jukan Tateisi on Unsplash

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