Digital Lifestyle

Lavorare online: non è tutto zen come sembra

Non è tutto zen come sembra anche se la rete è piena di video blogger che ci fanno sognare una vita deliziosa, fatta di programmi ben definiti, il tempo per sè stessi, per dedicarsi i giusti momenti di relax; queste agende meravigliose 🤩, piene di pause fitness, lunch, brunch, tea time, yoga time, meditation time, call con cliente fantastico, aperiskype con amiche.

Oh cielo! Tutte vorremmo un lavoro così! Sono giornate piacevoli e leggere. Insomma, chi è la pazza che non vorrebbe?!.

Lavorare in proprio è già complicato, ma credetemi, lavorare in proprio online a casa  non lo è da meno tuttavia una parte del mondo digitale sembra aver preso la bottiglietta “Drink Me” di Alice nel paese delle Meraviglie o non si sono mai trovate avvolte in una coperta guardando terrorizzate 7 fatture da pagare, 2 F24, 8 email a cui rispondere con alle spalle 3 lavatrici da stirare. Oppure sì. Ma non lo vogliono dire.

Tuttavia, io sono sicura che c’è una schiera di altre freelance digitali più simili a me:

Quelle che già dal mattino sicuramente aprendo la posta elettronica sanno che ci sarà qualche richiesta assurda.

Che si trascinano fino alla caffettiera sperando che non esca caffè ma un elisir di giovinezza ed energia da spararsi in vena.

Che la scrivania, nei periodi in cui si devono consegnare le scartoffie per la contabilità al commercialista, è un campo di battaglia dove fatture, corrispettivi, maledette bollette sono tutte lì che scalpitano cambiando posizione e rendendosi introvabili.

Che vorrebbero davvero fare “yoga time” ma lo sanno che qualcuno rompere loro le palle ogni volta che srotolano il tappetino.

Che quella ciotola di mangime per uccelli sbricioloso se la fanno andare giù… ma il panino con 2 cm di soianutella sarebbe un sacco più giusto per una settimana che sembra avere 7 lunedì.

Voi, che non avete la matita tra i capelli ma un astuccio intero e 14 pacchi da tracciare di cui 13 in ritardo.  Dove siete?

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Foto di Yan da Pexels

La realtà non fa follower?!

La cosa che spesso trovo un pò sconfortante, quando leggo articoli che riguardano il lavoro in proprio online, è che in verità moltissime colleghe sicuramente più fortunate di me (e decisamente anche più brave immagino) riescono a fare video o scrivere articoli con queste routine molto rilassate e il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro. Un mondo idilliaco.

Non posso che nutrire una sana ammirazione nei loro confronti e cerco di prendere spunto ogni volta che posso, seppur su di me il 90% di questi buoni consigli non funzionino e io resti aggrappata a quel 10% come Tom Hanks a Wilson.

A pensarci bene, è una cosa abbastanza ovvia: non siamo tutti uguali o forse, in molti casi, l’immagine di sé che si vuole dare (e indirettamente vendere) è molto migliore della realtà. La consulenza, fatta da una tizia che ha la vita di Lady Lovely ha più valore perchè è così che io vorrei essere, è così che voglio diventare e se (in teoria) ce l’ha fatta lei, pagandola o acquistando il suo prodotto forse mi verrà trasfuso il segreto di Pulcinella e ce la faccio anche io.

Se abbiamo qualcuno che ci paga l’affitto (o ci ospita in casa) o con cui dividere le spese… ecco che decisamente partiamo da una situazione molto più easy e dunque non è che siamo bravissime a lavorare online, a gestire la partita iva, a fare le blogger, le influencer e compagnia bella… semplicemente il peso economico della vita è condiviso e se abbiamo bisogno di fare meno: possiamo farlo meglio.

Insomma viva la sfiga...

Mah, io appartengo di certo alla sezione di persone che le spese se le devono pagare da sole purtroppo, gli investimenti non glieli ha supportati nessuno, i cocci da raccogliere quando le cose sono andate male se li sono dovuti tirare su e portarseli a casa, e non sono ripartite da zero ma da “meno un sacco di soldi e con tante spese“.

Perchè l’esperienza ha sempre un prezzo, a volte costa tanto quanto gli errori che si fanno e per recuperare da sole bisogna impegnarsi mille volte di più.

Pertanto, per la piccola porzione di lavoratrici/lavoratori online o solitari imprenditrici e imprenditori senza soci, che come me sono strette nella necessità di sfruttare tutta la giornata al 100% e in verità di tempo per rilassarsi non ne hanno neanche un pò: Car*… Benvenut*! Vi abbraccio virtualmente perchè non siamo nat* con la camicia e forse non siamo neanche tanto brav* a mettercela, ma in qualche modo la pagnotta a casa la dobbiamo portare.

Chi si barcamena nel caos più totale mi ha sempre ispirato tanta solidarietà perchè, in verità, non tutti abbiamo nella vita una base solida su cui costruire; alcuni nascono con la palude sotto i piedi e non sono esattamente i tempi migliori per i grandi riscatti sociali: non è più tempo che se mangi pane e cipolla, piano piano, con fatica, riesci a metterti via qualcosa. Ti devi impegnare ancor di più, semplicemente “rinunciare a qualcosa” non è sufficiente.

Quindi quante ore vogliamo dedicare al lavoro? Quelle che sono necessarie all’inizio, secondo me. Quelle che possiamo dedicare, quelle che vogliamo dedicare. Non c’è un numero giusto quando si parte.

Nel mio caso ancora ad oggi non c’è un numero di ore massimo che mi sono imposta. Lavoro tutte quelle che servono e sono funzionali ai miei obiettivi. Posso permettermi di lavorarle tutte perchè ho scelto consapevolmente di mettere il lavoro al primo posto dato che la situazione in cui mi trovavo lo rendeva necessario.

Lavorare online è stato una scelta per poter lavorare tutte le ore che avrei ritenuto necessarie per raggiungere il mio obiettivo.

Dunque la Daniela di oggi lavora come la Daniela di anni fa? Assolutamente no.

Oggi l’esperienza mi ha fatto sfoltire alcuni perigliosi labirinti lavorativi in cui mi infilavo. Ora sono più performante, sono più efficiente, ottimizzo le ore che voglio dedicare al lavoro. Ma di certo non posso permettermi 24 pause relax in una giornata e sprizzare arcobaleni dagli occhi🌈. Mi devo fare il mazzo… anche se ora lo faccio meglio di prima.”

1. Schiarirsi le idee prima di iniziare

Per questo, quando ci sia avvicina al lavoro online con la propria partita iva, occorre avere ben chiaro dove vogliamo arrivare, a che punto vogliamo fermarci e quanto siamo disposti a sacrificare per poter raggiungere l’obiettivo.

Perchè costerà, questo è sicuro. E “chi dice il contrario lo fa per convenienza” dicevano in un film, lo fa per vendere una strategia, un metodo, una disciplina (che se funzionasse sarebbe una figata). Lo venderà a chiunque abbia soldi per pagarlo, occupandosi di sfornare “potenziali concorrenti” ogni giorno, persone che seguono tutte lo stesso schema e che sono in lizza per lo stesso risultato finale.

Il lavoro online in proprio è direttamente proporzionale al numero di ore che potete dedicare al progetto o al budget che avete per fare in modo che quelle ore siano delegate a qualcun altro che svolgerà il lavoro al posto vostro probabilmente meglio (se è più competente di voi).

Ostinarsi a dire “Voglio fare tutto da sola, il negozio online lo creo io, il blog lo faccio io, ci scrivo io, le grafiche le faccio io, la pubblicità anche, le pagine legali pure, la seo la leggo su google, i social me la cavo bene da sola… ebbene quante REALI competenze avete? Perchè sono tutte cose che per impararle ci vogliono anni. Delegarle a qualcuno di competente e tenere in carico per voi solo quelle in cui siete davvero abili è sempre la scelta più vantaggiosa: sì, anche economicamente.

Mandare avanti una attività online sarà già abbastanza impegnativo fidatevi di me!

Per la mia esperienza su molti punti ancora devo fare una rivoluzione verso la libertà, ma su altri me la sono cavata bene e mi sono riuscita ad alleggerire (anche se io zen non ci diventerò mai!) Come facciamo quindi ad “affogare meno“?

2. Far lavorare per noi le pagine informative

Lavorare online significa che lavoriamo in remoto, da casa solitamente o in viaggio. Non tutti possiamo permetterci assistenti, questo però non significa che non possiamo creare automatismi.

Creare delle pagine dove dirottare le “spiegazioni” è davvero di tanto aiuto e ci offre la possibilità di fare altro mentre l’utente legge, o ascolta, o guarda, quello “spiegone” sempre uguale che dovremmo ripetere al telefono o scrivere in risposta a 800 email tutte con la stessa domanda.

Ad esempio:

  • Come funzionano le spedizioni? Dopo quanto riceverò il pacco?
  • Che tipo di pagamento offrite? Posso pagare alla consegna?
  • Come funziona la garanzia? Come funziona il reso?
  • Per le taglie come devo regolarmi?

Sono tutte informazioni ripetitive che non hanno nulla a che vedere con l’attività di vendita. Ovvero, non potete fare granchè per convincere l’utente ad acquistare in questa fase, vi faranno solo perdere tempo con domande che possono tranquillamente trovare risposta in pagine dedicate.

Il mio consiglio è destinare la burocrazia alle “Condizioni di Vendita” dove potete inserire la terminologia legale corretta e creare poi la pagina FAQ in cui potete spiegare meglio con termini più “user friendly” come funziona il tutto. Rendere gradevoli queste informazioni è importante perchè l’utente medio non ha alcuna voglia di leggere e preferisce sempre sparare la domanda obbligandovi ad una risposta personalizzata su un tema che non è personalizzato per niente.

Il cliente ha sempre ragione fino a che non ha torto io dico sempre. E potergli fornire tutte le spiegazioni del caso in pagine dedicate vi aiuterà in vari modi:

  • chiarezza e sintesi: potete spiegarvi bene, a prescindere che quella sia la seconda o la millesima domanda uguale che ricevete, la pagina dedicata alla risposta sarà sempre confortevole, chiara, accogliente.
  • meno patteggiamenti: rispondere alle domande inviate come messaggi privati apre il via a una serie di patteggiamenti infiniti che si concluderanno con la vostra stanchezza e con soldi che perdete perchè tutti avvalleranno le più sensazionali motivazioni per avere uno sconto, avere la spedizione gratuita, avere qualcosa di diverso da quello che avevate previsto.
  • falle nella comunicazione: eviterete errori, creando poi delle falle nel vostro sistema gestionale. A volte basta anche solo una risposta che può essere fraintesa per generare un problema che non ci sarebbe mai stato.

Non sto dicendo di diventare dei robot e fregarsene delle esigenze del cliente. Tuttavia realmente al messaggino “Mi spieghi un pò come funzionano le spedizioni?” non si può innescare un blablabla personalizzato. Ma un elegante:

“Buongiorno Nome”, grazie per avermi contattata, tutto ciò che riguarda le spedizioni l’ho raccolto in una pagina in modo che tu abbia tutte le informazioni necessarie, così sono sicura di non dimenticarmi nulla! Ecco il link: (link) . Se hai qualche dubbio o qualche domanda ulteriore non esitare a contattarmi! Un saluto, Daniela”

non scontenta nessuno e ci permette di essere cordiali, esaustive, veloci, e lasciare aperta la porta se ci sono eventuali esigenze. Questa è una versione informale, che mantiene il tono che ha dato il cliente nel messaggio. Naturalmente va adattata ad esigenze più informali dando del lei.

3. Distribuire gli impegni durante la giornata

Se il numero delle ore è molto alto è inevitabile che la stanchezza inizierà a farsi sentire. Io la mattina non carburo benissimo, quindi la prima oretta la passo a fare cose piuttosto semplici come (sopravvivere…no scherzo… ma mica tanto) rispondere alle email e controllare lo stato delle spedizioni.

Dalle 10 alle 12 invece scelgo compiti un pò più impegnativi, cose che richiedono più attenzione. Per me è l’orario migliore ma non c’è una regola uguale per tutti.

Alle 12 cerco di occuparmi del pranzo, consapevole che i corrieri nella mia zona consegnano la merce tutti i giorni alle 12.45 circa. Ho 45 minuti per nutrirmi 🤣, di solito scelgo un primo piatto 🍝.

Il pomeriggio è dedicato alle spedizioni e all’inventario. Riposo un pò gli occhi perchè poi la sera avrò tutta una lunga fase di mansioni più leggere ma visivamente più impegnative come scrivere gli articoli.

Consiglio di inserire le mansioni che richiedono più attenzione nell’orario in cui sapete di avere un rendimento migliore e una attenzione più performante. Accettate le eccezioni e se vi va di cambiare la distribuzione delle cose da fare quel giorno fatelo senza problemi.

4. Organizzare la vita domestica

Chi ha relazioni (anche se telematiche) con i clienti purtroppo vive in un continuo “strattonamento psicologico” tale da dover necessariamente dedicare gran parte della sua attenzione a gestire il rapporto con i clienti e sottostare alle relative problematiche che ne conseguono.

“Dovrebbe essere una gioia e ringraziare che i clienti vogliono comprare”. Sento già i coach pro legge dell’attrazione che elevano il loro coro di buone vibrazioni. Vi rispondo subito “Tuttavia miei cari non vi siete mai trovati 75 spedizioni in consegna in cui 30 sono presumibilmente corrette, in 15 non hanno scritto il numero civico, in 7 vogliono cambiare destinazione perchè hanno impegni, e altri 20 non erano a casa e hanno il pacco in giacenza. Come sempre, la teoria e la pratica sono due cose diverse, “we are happy… but we are human” lo dico anche per gli internazionali.

Dunque in teoria la giornata dovrebbe essere anche fatta di faccende domestiche a meno che non viviate nudi in una casa completamente vuota e vi nutriate di sola aria fritta.

Io mi sono organizzata così:

Spesa: 1 volta a settimana, il martedì, perchè il lunedì.. è il lunedì di cosa stiamo parlando, il lunedì è la morte nera.

Lavatrici: il numero di abiti è stato ridotto all’osso, ho abolito tutto ciò che va lavato a mano perchè non ho assolutamente tempo né voglia.

Non ho mai amato vestirmi a colori, io e il rosa abbiamo divorziato a 6 anni e da quel momento anche molti altri colori sono capitolati e quindi i miei vestiti si possono dividere in chiari, scuri. Fine. E per chiari intendo beige,bianco,grigio chiaro. E per scuri blu, nero, marrone. La mia vita non ha sfumature…sorry Mr.Grey. Lavatrice da fare 2 volte a settimana alle 19 quando scatta la fascia economy + 1 la domenica che è la lavatrice dedicata alle lenzuola. E’ un appuntamento: appuntamento con la lavatrice.

Pulizie:

  • Ogni giorno: cucina – aspirapolvere.
  • Ogni 2 giorni: bagno – pavimenti.
  • Sabato pulizie generali alla “all you can clean”.
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Photo by Daiga Ellaby on Unsplash

5. Il magazzino in casa

Chi fa small e-commerce o artigianato o comunque produzione di oggetti da vendere, se non ha un magazzino da qualche parte, ha un magazzino in casa.

Se avete rinunciato a una parte della vostra casa per fare spazio al magazzino non sapete quanto vi capisco 🤗.

Io amerei con tutto il cuore avere uno spazio tutto per me per posizonare una poltrona meravigliosamente comoda al centro, un caminetto, un tappeto sofficioso e passare tutto il mio tempo libero da partita iva digitale lì, uno spazio come il salotto di Sarah Patrick 😍 ho  e mi sono immaginata con uno di quei pigiami interi che includono anche i piedi e sì… perchè no, anche il maxi schermo di Harry Potter!

E invece vorrei farvi vedere la realtà ma semplicemente faccio più bella figura a dirla a parole: la stanza più carina di casa è diventata un magazzino (e senza schermo di Harry Potter tra l’altro! 🥺). Fine. Si chiude il sipario, titoli di coda.

E’ una rinuncia sofferta. Più volte ho pensato di abbandonare l’idea di fare magazzino e delegare il tutto a qualcun altro ma vorrei prima finire di pagare il mio mutuo per poi ridurre le ore lavorative e delegare il magazzino a una impresa terza.

Come faccio a gestire un intero magazzino in casa? Ve lo racconto in questo post: “E-commerce con magazzino in casa”, perchè per anni sono stata un disastro nell’organizzazione del magazzino fino all’Illuminazione (alla fine sono Zen anche io?! Seh… magari!).

6. Magazzino in casa : anche i lati positivi

Mi piace essere realista e mettere sul tavolo le cose come stanno e devo ammettere che chi lavora nel settore digitale e spesso da casa potrebbe avere una certa difficoltà a contenere la vita lavorativa ed evitare che vada a usurpare spazi di quella privata. Questo è vero anche al contrario, perdere la concentrazione è uno dei pericoli. Ma ci sono solo aspetti negativi? Assolutamente no, magari non sono il tripudio di cherubini ignudi che suonano il flauto che molti vogliono far credere, ma comunque ci sono. I 5 più importanti aspetti positivi secondo me:

  1. Se l’esigenza è lavorare il più possibile, si può fare: fare il doppio lavoro sarebbe davvero molto più impegnativo. Io ho lavorato in palestra per 7 ore e online come merchant digitale e blogger altre 8 ore, era già difficilissimo così, se avessi avuto entrambi i lavori fuori casa sarebbe stato impossibile per me.
  2. Se abbiamo problemi di salute, possiamo cercare un compromesso: se la nostra salute non è eccezionale possiamo trovare un modo per sistemarci. Fare più pause, trovare una seduta più comoda, fermarci se non ci sentiamo bene e riprendere più tardi, lavorare meno ore per permetterci di recuperare.
  3. Se la nostra famiglia ha bisogno, ci siamo: purtroppo non tutte abbiamo situazioni familiari idilliache, ma con il lavoro da casa se la nostra famiglia ha necessità possiamo organizzarci. Io ad esempio posso lavorare meglio il martedì notte invece che il martedì mattina perchè il martedì mattina faccio la spesa non solo per me, ma anche per la mia famiglia e mi serve qualche ora libera.
  4. Possiamo fare tentativi: sperimentare, metterci alla prova e in discussione senza dover rendere conto a qualcuno, correre rischi, investire se ci crediamo, fermarci se abbiamo dubbi.
  5. Possiamo prenderci una pausa: è un concetto che in Italia non è molto in uso, nel nord Europa invece è un caposaldo. Entrate in un loro ufficio… lavorano in ciabatte, in un open space comprensivo di bar e divanetti. Non hanno una macchinetta che serve liofilizzati. A casa possiamo prenderci una pausa ogni tanto, per un tè o per…stirare.
  6. Possiamo collaborare con persone lontane: il mio tecnico è in Sicilia, ma ho anche un consulente in Piemonte, uno alle Mauritius, uno a Bali e il grafico… accidenti, il grafico che l’ho dentro casa alcuni giorni a settimana 🤣😘!

Credits: Foto in testa all’articolo by Matthew Henry on Unsplash

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