Argomento scottante e controverso: intelligenza artificiale sì oppure no? Fino a che punto l’intelligenza artificiale può aiutare i copywriters e i creatori di contenuti, e quando invece “ruba” lavoro a chi con le parole ci paga l’affitto di casa?
Con questo articolo vorrei farvi conoscere il mio punto di vista (da persona che utilizza davvero una app per scrivere i contenuti e l’ha rivoltata come un calzino) e perché io credo fermamente che l’A.I non è una minaccia per il lavoro dei creatori di contenuti bensì uno strumento che può facilitare la nostra produzione arricchendola di informazioni e velocizzando la ricerca del focus dei nostri articoli.
Per sapere come utilizzare al meglio un tool nella pratica scriverò un altro articolo super pratico e ve lo linkerò qui, in questo articolo vi aiuto a valutare gli aspetti positivi di questi strumenti.
Questo articolo non è stato scritto da una I.A.
Potrei fare la f*iga, come hanno fatto molti, sparando un bell’articolone e poi scrivere sotto “comunque questo articolo è stato scritto da una A.I.” per farvi vedere come è realistico. In questo caso non sarei onesta, non la uso per gli articoli di Houston (si evince anche dalla quantità di parolacce!) perché io voglio davvero dirvi:
- il mio punto di vista, con le mie parole.
- raccontarvi perché io utilizzo questi strumenti per il lavoro che faccio per i miei siti e per i siti dei miei clienti
- suggerirvi come, secondo me, potete utilizzare l’intelligenza artificiale e mantenere la vostra onestà intellettuale, il vostro tone of voice, il vostro bagaglio di informazioni e il trust che avete guadagnato con l’esperienza.
Perché considerare l'intelligenza artificiale come supporto ai tuoi articoli
Fatta eccezione per i propri siti personali in cui parliamo di ciò che sappiamo (anche se devo dire che questo purtroppo non è vero per tutti), noi blogger non sempre abbiamo la conoscenza e padronanza piena di tutti gli argomenti per cui siamo pagati per scrivere.
Blog/Riviste/Quotidiani/Guide specifiche, settoriali, con argomento di nicchia o comunque circoscritto cercano sempre copywriter che hanno la conoscenza della tematica. E’ quindi facile che una rivista online di cucina assuma un* food-blogger, un editoriale di viaggi recluti un* travel-blogger, e via dicendo: persone che hanno padronanza di quell’argomento.
Tuttavia, esistono giornali generalisti che hanno varie tematiche che vengono sfiorate e non approfondite appieno, che richiedono persone con conoscenze trasversali o disposte a documentarsi ex-novo prima di scrivere l’articolo (questo andrebbe sempre fatto in ogni caso, ma ne riparleremo a breve.).
Ma anche chi è super informato su una tematica potrebbe avere lacune, basti pensare a qualsiasi travel blogger che potrebbe necessitare di informazioni storiche, culturali o geografiche di un determinato luogo. Informazioni su cui deve obbligatoriamente documentarsi e questo “documentarsi” potrebbe portare via del tempo sia per l’acquisizione delle informazioni che per la redazione di un testo di proprio pugno, per quella che chiamiamo “riscrittura” di fonti già scritte da altri (from Wikipedia with love).
Quando l’ A.I. può aiutarti a scrivere post migliori per il blog ?
Faccio una panoramica estremamente generalizzata, ovvero ciò che mi viene in mente tra i macro-motivi. Ad esempio, puoi utilizzare l’ A.I. per:
- trovare idee per argomenti su cui scrivere
- ricerca e raccogli dati per i tuoi articoli
- analizzare la tua scrittura per identificare le aree da migliorare o approfondire
- avere una visione globale su quali sono le sotto-tematiche dell’argomento di interesse
Con l’I.A. come partner di scrittura, puoi produrre contenuti di qualità superiore in modo più efficiente e veloce. Quindi, se stai cercando di far crescere la quantità e la qualità degli articoli nel tuo blog, se sei interessat* ad approfondire argomenti che avevi trattato con superficialità, se scrivi molto per gli altri e dopo un po’ le idee fanno cilecca, potrebbe essere saggio valutare l’utilizzo dell’IA per aiutarti a scrivere i tuoi contenuti o i contenuti che venderai.
Ci sono poi altre motivazioni:
L’IA può aiutarti a creare contenuti più mirati.
Comprendendo il tuo pubblico di destinazione e i suoi interessi, l’ I.A. può aiutarti a creare contenuti che hanno maggiori probabilità di risuonare con loro, che possono attirare e coinvolgere il lettore perché le informazioni non sono generiche bensì specifiche e scritte con un tone of voice aderente a quello di uno specifico pubblico sensibile, interessato e spesso già ben informato sull’argomento.
Considera che c’è una certa facilità di reperimento di informazioni in questa epoca, tutti possono informarsi anche da fonti autorevoli e quindi non è più sufficiente “infarinare” le tematiche, dire 4 cose spicciole e far contenti tutti. Non siamo più negli anni 90 in cui era ancora difficile vedere online informazioni ben redatte.
Occorre fare di più, approfondire, estendere, argomentare, inserire fonti, citazioni, opinioni critiche.
L’I.A. può aiutarti a risparmiare tempo.
Scrivere un post sul blog può essere un processo che richiede tempo, ma con l’intelligenza artificiale puoi ottenere aiuto per cose come la ricerca e la modifica, così puoi concentrarti sulla scrittura, sulla fase creativa, sulla preparazione grafica.
Considera sempre che approfondire gli argomenti equivale ad estenderli e questo per un creatore di contenuti significa: tempo. Tempo necessario a informarsi, a rielaborare, a seguire eventuali informazioni collaterali e a corredo che vanno tutte ad aggiungersi all’argomento.
Questo alza la richiesta di budget per creare l’articolo, ed è giusto che sia così, ma siamo franchi: il più delle volte è necessario infilare quante più informazioni riusciamo in articoli che hanno un numero limitato di parole e hanno un numero limitato perché hanno un budget limitato. That’s easy.
Possiamo evitare di raccontarci le favole. Tutti i coach-motivatori ci diranno che dobbiamo imparare a vendere il nostro fantasmagorico articolo per cui abbiamo impiegato 30 ore a 600 euro ma la verità è solo una: non tutti abbiamo come cliente National Geographic.
Possiamo velocizzare la redazione di questi contenuti informativi? Sì. L’intelligenza artificiale può darci una grande mano facendo il lavoro noioso, quello di selezionare tutte le informazioni più importanti per l’utente che ruotano intorno a quell’argomento. Non solo, può facilmente, grazie a un solo click, approfondire paragrafi che sono per noi importanti o su cui vogliamo attirare maggiormente l’attenzione del lettore senza allungare il brodo ma dando un maggior numero di informazioni o una maggior chiarezza nell’esposizione.
L’I.A. può aiutarti a stare al passo con la curva di crescita di questo strumento (e dei futuri altri).
Con l’evoluzione dell’intelligenza artificiale, è probabile che sempre più creatori di contenuti la utilizzeranno per scrivere i propri articoli.
Chi non la usa riuscirà a stare al passo?
Io credo che chi è bravo davvero avrà sempre mercato, MA credo anche che se altri “bravi davvero” inizieranno a produrre con dei supporti in modo più veloce e a pari qualità di risultato potrebbe essere più dura farsi scegliere. Purtroppo, o per fortuna, la quantità di informazioni che finiranno sul web sarà sempre in crescita e mai in diminuzione. Questo per molto tempo ha determinato un impoverimento della qualità, ma con l’arrivo di tool che vanno a compensare questo deficit aiutando ad alzare il livello allora il divario sarà meno netto e quindi l’esigenza dei “bravi davvero” che sono anche veloci sarà determinante.
L’ I.A. ha la faccia da c*lo che tu magari non hai.
Molti non possono capire. Io potrei tessere le lodi di qualsiasi azienda, artista, creativo, imprenditore, prodotto, servizio, ma non sarà mai in grado di farlo per me stessa, per quello che vendo io, per promuovere il mio servizio o il mio lavoro. Come me ci sono molte altre persone.
Non c’è nulla da fare, se una persona non è almeno un pò auto-celebrativa riuscire a scrivere per vendersi è crisi nera. Dire “questa la so! la sooooo!” non è mai stato nelle mie corde e da piccola ero la classica bambina che anche se la risposta la sapeva la mano non la alzava mai. Questo è il motivo per cui il mio blog è vuoto e i blog che scrivo per gli altri pullulano di informazioni scritte da me sotto mentite spoglie.
Se sei come me e vendi beni e servizi questo può essere un problema e devo dire che in questo l’I.A. aiuta tantissimo: ho amici che hanno riscritto le loro pagine professionali solo grazie all’I.A. perché il tool ha creato quella spinta commerciale che a loro mancava del tutto per una loro eccessiva timidezza, umiltà e sindrome dell’impostore.
Questo non è un uso “convenzionale” dello strumento, MA io ho visto siti rifiorire completamente solo perché i titolari hanno adottato un servizio di redazione dei propri contenuti con il supporto di una intelligenza artificiale.
Ma poi l’Intelligenza Artificiale scrive tutto da sola?
Questi strumenti fino due annetti fa erano ancora per la maggior parte a pagamento e dunque arriva una classica domanda che in molti mi fanno quando mi trovo a chiacchierare con i colleghi.
Io do un tema all’applicazione e lei fa tutto da sola al posto mio?
Ovvero: dopo aver pagato lavora al mio posto? No. O meglio, ancora no, per fortuna altrimenti sarebbe davvero tutto troppo monotono. Per rendere l’idea vi dico che quando è uscito Word di Office siamo tutti impazziti di gioia, forse i giovani non se lo ricordano ma noi -anta sì. Quanti strumenti a disposizione! Quante cose potevamo fargli fare! (tipo scrivere tutto in Comic Sans, cosa da cui alcuni non si sono davvero ripresi).
Ebbene ad oggi, siamo in una fase in cui ancora all’intelligenza artificiale “facciamo fare cose“. Questo significa che siamo noi ad indirizzare lo sviluppo dell’articolo, a orientare sia il contenuto che il formato (paragrafi, utilizzo di elenchi puntati, titoli, sottotitoli, chiusure, aperture ecc ecc).
Ve lo mostrerò in un video per farvi proprio capire come si lavora un testo con questo strumento. Ma per rispondere alla domanda, diciamo che fa al posto vostro la fase di ricerca di informazioni che riguardano un argomento esponendole in una forma che è naturale e verosimile alla scrittura umana. A seconda di quanto siamo abili a indirizzare il suo lavoro, l’intelligenza artificiale può esaudire in modo più o meno soddisfacente la nostra richiesta. E quindi il lavoro può essere quasi “cotto e mangiato” oppure molto grezzo per cui necessita di una riorganizzazione e fase di pulitura dai refusi.
Questo incide poi anche sul tempo che impieghiamo a mettere mano a quell’articolo in particolare. Se abbiamo chiesto una slavina di informazioni viene da sé che dovremo mettere mano in modo più preponderante. Se siamo stati più precisi e ordinati e chiari nelle direttive che gli abbiamo dato allora potrebbe essere necessario meno tempo e quindi ci porta via una mezz’oretta scarsa.
L’intelligenza artificiale uccide la creatività?
“Eh ma l’Intelligenza Artificiale uccide la creatività”
Questa, secondo me, è una sciocchezza detta da chi ha davvero poca creatività e arrancava già prima dell’arrivo sul mercato dei tool di scrittura con intelligenza artificiale. Come molte altre cose: le app di creazione testi basate su Intelligenza Artificiale sono degli STRUMENTI. Gli strumenti vanno gestiti, controllati, fatti lavorare da dei cervelli.
Se il vostro modo di produrre è creativo, non sarà un tool a sabotare la vostra fantasia. Se facevate copia e incolla dagli articoli degli altri, se re-impastavate cose scritte dai “bravi davvero” di cui sopra allora sì, l’intelligenza artificiale vi seppellirà come è giusto che sia.
Non mi sveglio la mattina per dare a un tool il compito di lavorare per me. Mi sveglio e dico al tool cosa può fare per aiutarmi a lavorare e a migliorare la mia produzione. Il cervello umano a mio parere avrà sempre, sempre, sempre, una marcia in più perché non è un insieme di collegamenti neuronali e basta ma ha una capacità di apprendimento ed elaborazione empatica, emotiva, impressionabile e meravigliosamente imperfetta.
L’esperienza che accumuliamo non è indotta da modelli, schemi di probabilità, calcoli di statistiche di risposta, percentuali logiche di connessione tra informazioni. La nostra esperienza è soggettiva, unica ed emotiva. Questo può essere simulato ma non generato ex novo da una macchina. Il nostro cervello lavorerà sempre in modo più adatto alla comunicazione con altri cervelli fatti come lui.
Questo è il mio pensiero. Per questo credo che l’intelligenza artificiale mi sia utile per lavorare: si becca tutta la fase noiosa, tempisticamente dispendiosa, stressante (già solo incrociare le informazioni ragazzi, è un gran sbattimento) e mi lascia quella creativa.
Se volete sapere come uso io il tool (Neuroflash) che ho scelto per aiutarmi nel lavoro vi rimando a breve, ve lo mostrerò. Se siete curiosi di leggere un articolo scritto interamente tramite Neuroflash e solo risistemato qua e là in 5 minuti allora potete leggere questo articolo, così che vi facciate una idea di che tipo di scrittura si può ottenere dopo un po’ di rodaggio.
Se tutti usiamo l’I.A cosa farà davvero la differenza?
Qui viene il bello. Qui viene il bello! (si, lo dico due volte).
Se tutti la usano, cosa succederà? Scriveremo tutti le stesse cose? Le informazioni saranno omologate? Schiacceremo l’utente con muri di parole?
E’ qui che veniamo noi. Che venite voi, se siete copywriter o blogger. E’ qui che serve sia un creativo che un moderatore. Come molti altri strumenti:
il pericolo non è nello strumento stesso, ma è nell’uso che se ne fa.
Creare un buon articolo, un buon contenuto, richiede non tanto una capacità di travasare tonnellate di informazioni dando all’utente uno tzunami di nozioni. Occorre una capacità selettiva delle stesse, una consapevolezza dell’intento di ricerca, una chiara consapevolezza nella risposta a questa domanda:
che cosa deve lasciare questo articolo all’utente che lo legge? a cosa gli serve? che problema o necessità gli risolve?
Siamo noi a decidere quando basta, quale è il taglio da dare a quel contenuto, quale la sua funzione e utilità. Inoltre, non dimentichiamo la cosa più importante: il senso critico. L’opinione, l’esperienza.
Potevo snocciolavi un copia incolla enorme di tutte le potenzialità in questo articolo e tramortirvi con tutte le soluzioni ai problemi che vi risolve ma ho preferito darvi l’opinione di chi lo utilizza, una opinione critica, personale, una esperienza che potrebbe condizionare la vostra futura scelta verso l’utilizzo di un tool, potrebbe essere un punto di vista da valutare che vi permette poi di maturare un vostro punto di vista basato sulla confutazione o sulla conferma di quanto avete letto.
Se gli articoli arricchiscono allora servono, e quelli più utili sono sempre quelli che hanno una esperienza personale all’interno, qualcosa che sorvola le informazioni, un parere di chi lo ha fatto.
Non è questo il motivo per cui leggiamo le recensioni dei prodotti? Cerchiamo nei portali altri pareri prima di dare i nostri soldi a qualcuno?
Per avere esperienza di qualcosa non basta incrociare i dati, per questo sicuramente la scrittura con I.A. è un valido aiuto per noi, non è un concorrente se mettiamo creatività, fantasia, critica, esperienza ed emozione nella creazione di quel contenuto redatto tramite il supporto di uno strumento.
I costi dell’intelligenza artificiale per scrivere testi
Queste applicazioni sono gratuite? Si a seconda del “motore” che le spinge. ChatGPT è gratuita ma ha anche una versione a pagamento. Onestamente, tra le varie provate, secondo me per alcuni settori (e anche per il social) ancora Neuroflash è la scelta migliore.
Quasi tutti hanno un periodo di prova gratuito o un limite di parole mensile da utilizzare gratis, personalmente ho preferito abbonarmi perché ho considerato varie condizioni:
- non volevo avere un limite di parole
- volevo imparare a utilizzare molto bene il tool e testarlo appieno
- consideravo la mia iniziale incapacità di comunicare correttamente e in modo chiaro all’ A.I e quindi avrei “sprecato” molte parole per ottenere il risultato a cui aspiravo
- volevo un tool molto completo senza fare abbonamenti vari
Ora viene da dire: riuscirò ad ammortizzare il costo? Questo costo lo devo addebitare al cliente?
Riuscire a rientrare del costo è abbastanza fattibile se si considera che si può produrre di più e più rapidamente. Il numero di ore lavorate scende e queste ore possono essere poi impiegate per altri clienti oppure tenute per i propri progetti personali o per la formazione.
Personalmente, anzichè abbassare il mio listino prezzi per scrivere articoli io l’ho alzato. Non per ammortizzare il costo della AI, ma per prendermi il giusto tempo per scrivere a mano articoli migliori, documentarmi meglio, essere più originale, interrogare l’AI per cercare di inserire cose che l’AI non suggerisce (e se non le suggerisce a me non le suggerisce probabilmente neanche ai miei competitor quindi posso posizionare meglio il mio contenuto. Tengo l’AI, per articoli che sono miei e non necessitano della mia opinione personale, del mio tocco, ma semplicemente enunciano avvenimenti, fatti, informano senza dare una opinione dove serve essere neutrali. E la uso molto anche per l’outline, l’indice, per capire meglio la struttura gerarchica di informazioni e non perdermi nel dire tutto senza dire niente.
Sto creando una guida per voi!
Intanto che vi preparo una guida su come utilizzo una app di I.A. per creare un articolo, se non resistete dalla curiosità potete fare un test gratuito con l’ applicazione che utilizzo clikkando qui: https://app.neuro-flash.com/free?fpr=a76a609a89f07014c2eda53f0d7357f3979ea9cf
Credits: Foto in testa all’articolo di Yuyeung Lau da Unsplash